Amundi, primo asset manager europeo fra i primi 10 operatori a livello mondiale, ha lanciato il fondo Amundi Funds Emerging Markets Equity Focus Ex-China. Il fondo investe nei Paesi dei mercati emergenti, Cina esclusa, con l’obiettivo di offrire agli investitori un'esposizione più bilanciata ai diversi Paesi con un interessante potenziale di crescita e in termini di valutazioni.
Amundi sottolinea in particolare che il fondo è stato sviluppato per rispondere alla crescente domanda di strategie sui mercati emergenti, Cina esclusa, e si rivolge agli investitori che cercano di diversificare le loro esposizioni azionarie core nei mercati emergenti. Il fondo adotta un approccio bilanciato con particolare attenzione all’active share e alla liquidità, e mira ad investire in società best in class sul fronte della corporate governance, con un'elevata generazione di cash flow, un basso indebitamento e un rendimento incrementale positivo sul capitale impiegato.
Il fondo sarà gestito da Mickaël Tricot, portfolio manager specializzato in azionario dei mercati emergenti. Tricot sarà coadiuvato da un team di gestori, ognuno specializzato nella copertura regionale e con un'esperienza media di 18 anni nel settore dei mercati emergenti. "L'impostazione cross asset di Amundi consente ai team di investimento di coprire un'ampia gamma di investimenti nei mercati emergenti e di comprendere meglio il costo totale del capitale, contribuendo a individuare e generare opportunità di investimento", scrive Amundi in una nota. Il fondo è attualmente registrato in Austria, Belgio, Francia, Germania, Italia, Paesi Bassi, Spagna e Regno Unito.
"Dato l'ampio e crescente peso della Cina nei benchmark dei mercati emergenti, alcuni investitori sono alla ricerca di flessibilità e diversificazione nei mercati emergenti", ha commentato Yerlan Syzdykov, Head of Emerging Markets di Amundi, che ha inoltre aggiunto: "Per questo motivo, siamo entusiasti di offrire loro una strategia che fornisce un percorso alternativo per investire in questa regione, soprattutto in un momento in cui le iniziative volte a riorganizzare le catene strategiche di approvvigionamento probabilmente modificheranno gli investimenti diretti esteri e gli scambi commerciali, avvantaggiando in diversa misura i mercati dei paesi emergenti che spesso vengono trascurati dagli investitori globali".