AIPB (Associazione Italiana Private Banking) e Neuberger Berman hanno presentato la ricerca del Politecnico di Milano "Private capital e private banking, il rapporto fra private banking e finanziamento dell'economia reale attraverso impieghi illiquidi e alternativi". Si tratta della prima analisi di impatto del contributo del private banking nello sviluppo della realtà imprenditoriale di media e piccola dimensione italiana grazie agli investimenti in fondi alternativi.
Dal rapporto emerge che, delle 2.032 operazioni di finanziamento (deal) realizzate dai Fia autorizzati alla commercializzazione in Italia nel periodo compreso tra il 2015 e il 2019, le 242 selezionate dal private banking hanno effettivamente privilegiato gli investimenti in Pmi (82%), società operanti nell’economia reale (settore terziario al 56%) e situate in prevalenza nel Nord Italia (76,8%).
Complessivamente, l’analisi evidenzia un contributo rilevante del private banking alle Pmi dell’economia reale italiana. I Fia collocati dal private banking sono stati coinvolti nel 9% dei deal in equity, in cui il target era una Pmi, per un volume complessivo di capitale di rischio pari al 7,5% del totale investito dai fondi di investimento alternativo. Allo stesso modo, i Fia selezionati dagli operatori private hanno sottoscritto il 12,8% del totale del capitale di debito disponibile per le Pmi attraverso fondi di investimento alternativo.
L'impatto sulle Pmi è dunque molto positivo, come spiega un comunicato di AIPB e Neuberger Berman: "Le imprese finanziate dai Fia scelti dal private banking hanno registrato a tre anni dai deal una crescita dei ricavi del 240% in più e un incremento dei dipendenti superiore del 150% rispetto al campione di controllo composto da Pmi simili per settore economico e dimensione, ma che non sono state oggetto di alcun deal da parte di Fia".
Si conferma il livello di esperienza degli operatori di private banking nella selezione dei fondi: le imprese finanziate dai Fia scelti dal private banking hanno registrato una crescita del 10% superiore rispetto a quella realizzata dal campione di controllo delle Pmi simili scelte dei Fia esclusi dagli operatori private. I dati, quindi dimostrano, che il private banking ha saputo selezionare Fia e i deal con maggiore potenziale di crescita, indice di qualità della consulenza offerta dall’industria.
"L’evidenza offerta da questo studio permette di guardare con ottimismo al ruolo che i private banker potranno giocare per l’economia reale italiana. I clienti private possono rappresentare un importante bacino di risorse per sostenere il rilancio dell’economia nazionale, che dovrà seguire la pandemia Covid19", si legge ancora nel comunicato, che poi prosegue: "Gli obiettivi ambiziosi del piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) richiederanno uno sforzo coordinato da parte di tutti gli attori del sistema economico, al fine di promuovere gli investimenti privati per favorire la ripresa economica. L’introduzione di fondi dedicati (per esempio il Green Transition Fund, GTF), la creazione di nuovi meccanismi di partenariato pubblico/privato e di fondi di garanzia saranno cruciali per supportare la ripresa economica e, se ben progettati, potranno valorizzare il risparmio dei clienti private come una risorsa importante per il rilancio".
“Con questa iniziativa rinnoviamo il nostro impegno al sostegno della ricerca nella convinzione che l’accrescimento della cultura e della conoscenza sia la condizione per costruire il futuro del nostro Paese e fare la differenza nella creazione di valore nel tempo, proteggendo la fiducia negli investimenti e mercati finanziari mettendo in moto risorse con impatti sull’economia", ha spiegato il Presidente di AIPB Paolo Langé.
“Il nostro Osservatorio sull’evoluzione della gamma di offerta di fondi di investimento alternativi ha rilevato come, dei 1670 Fia autorizzati alla commercializzazione in Italia alla fine del 2020, il 95% rimanga riservato ad investitori professionali. Riguardo alla quota differenziale di Fia “non riservati”, oltre il 65% è distribuito dagli operatori di private banking alla loro clientela assistita da consulenza finanziaria. Resta a nostro parere una domanda potenziale insoddisfatta di Fia “non riservati” collocabili presso una clientela non professionale che possiede portafogli medi finanziari di 1,7 milioni di euro per un valore totale di asset pari ad almeno 960 miliardi di euro“, ha aggiunto Antonella Massari, Segretario Generale di AIPB.
“I patrimoni privati vanno configurandosi come una leva indispensabile per una crescita di lungo periodo", ha invece commentato Marco Avanzo Barbieri Head of Client Group Italy di Neuberger Berman, che ha poi continuato: “Sempre più importante sta diventando la valutazione dell’investimento sotto una lente di sostenibilità, sociale e ambientale, non solo da un punto di vista etico, ma come uno dei principali indicatori di rendimenti futuri. Gli investitori in mercati privati, rappresentando spesso una partecipazione molto qualificata nelle aziende che vanno ad acquisire, in questo senso hanno una ben più forte possibilità di stimolare il cambiamento in azienda, rispetto ad investitori in mercati pubblici che rappresentano solitamente una piccola percentuale del capitale. L’auspicio è che il mercato e il legislatore favoriscano un accesso più agevole del risparmio privato a questo tipo di iniziative, agendo sia in chiave di educazione ma anche di processi operativi, come ad esempio allentando i vincoli stringenti di profilatura dei clienti del sistema bancario per accedere a questi strumenti”.
Vincenzo Butticè, Assistant Professor al Politecnico di Milano, a capo del team di ricerca, ha poi illustrato le principali evidenze del dossier: "Il nostro studio ha evidenziato la capacità degli operatori private di selezionare fondi Fia che creano maggiore valore per le Pmi nelle quali investono, una conferma rispetto al ruolo che il private banking ricopre e potrà ricoprire attraverso investimenti in Fia. Ringraziamo AIPB per l’opportunità di approfondire un tema chiave per lo sviluppo dell’economia reale nel nostro Paese. Le caratteristiche del mercato mostrano infatti del potenziale ancora inespresso che potrà in futuro, coerentemente con le opportune modifiche normative, aumentare ulteriormente il ruolo del private banking nel finanziamento all’economia reale".