I prossimi cinque anni saranno diversi dagli ultimi cinque o dieci. Pertanto, occorrerà essere più dinamici nella gestione del portafoglio, trovando un bilanciamento tra gli asset più rischiosi e i safe haven. Se ne è parlato a Milano alla presentazione del secular outlook di PIMCO, denominato “Rude awakenings”, in riferimento al cambiamento di scenario atteso per il futuro. Scott Mather, Cio di PIMCO, ha infatti ricordato che gli ultimi cinque anni sono stati caratterizzati dalla repressione finanziaria, in cui hanno dominato le Banche Centrali e i bassi tassi, sono state attuate politiche di austerità, la crescita è stata limitata rispetto al periodo pre crisi finanziaria, i flussi di capitale e il commercio non hanno avuto limiti, la volatilità macroeconomica e sui mercati è stata limitata e l’ammontare dei debiti globali sono aumentati. Nei prossimi anni, invece, dobbiamo attenderci un aumento della volatilità macroeconomica, tanto che il mix delle politiche fiscali e monetarie potrà variare notevolmente da Paese a Paese e alcuni di essi potranno sperimentare nuovi orientamenti per stimolare la crescita. Oltre a questo, PIMCO si attende un possibile innalzamento dell’inflazione oltre gli obiettivi e la produttività, che negli ultimi anni ha mostrato tassi di crescita notevolmente più bassi rispetto alla media storica, potrebbe nuovamente incrementare. Di sicuro, il processo di globalizzazione degli ultimi 20 anni è stato molto forte e rapido, con capitali liberi di muoversi tra Paesi e multinazionali in grado di sfruttare la forza lavoro laddove più conveniente. Questo sta creando dei problemi e influenza i movimenti populisti a livello globale. Infine, è ormai chiaro che siamo di fronte a una nuova era di competizione geopolitica tra Stati Uniti e Cina. Per tutti questi motivi, nella gestione del portafoglio occorre adottare un approccio più dinamico. Solitamente, ha ricordato Geraldine Sundstrom, portfolio manager di PIMCO, nell’ultima fase di un ciclo economico, l’asset class favorita è l’equity, che però soffre moltissimo nel caso in cui ci sia una recessione. Per questo motivo, occorre bilanciare il portafoglio con degli asset più sicuri, tra cui rientrano sicuramente i Treasury americani, ma anche Titoli di Stato di Paesi come Canada o Australia. Sul fronte del reddito fisso, secondo Pimco in Europa lo spread tra il Bund tedesco e gli altri titoli potrebbe tornare ad essere più volatile, anche se non ai livelli che abbiamo vissuto nel 2011. I Titoli di Stato tedeschi restano in ogni caso l’asset class più sopravvalutata a livello globale, mentre negli Stati Uniti, grazie al processo di normalizzazione della politica monetaria che di fatto è in atto da cinque anni, i rendimenti che si possono spuntare sul credito investment grade sono superiori al 3%, quindi sicuramente interessanti quantomeno in dollari, anche se per un investitore europeo che poi volesse coprire il cambio questo rendimento si azzererebbe. Sul fronte dell’azionario, PIMCO mantiene un sovrappeso sulle azioni americane e un sottopeso su quelle europee, pur riconoscendo che esistano ottime opportunità per degli stock picker. L’azionario americano è sostenuto dal cash detenuto dalle aziende, che lo usano per buyback e per operazioni di M&A. Per dare una dimensione del fenomeno, PIMCO ha annualizzato i dati di questo tipo di operazioni avvenute nei primi cinque mesi del 2018, ottenendo un valore di 2,5 trilioni di dollari. Un vero e proprio quantitative easing azionario.