I prezzi degli asset non fanno presagire alcuna bolla, l’inflazione rimarrà sotto controllo e il ciclo economico è particolarmente favorevole negli Usa, ma in progressivo miglioramento anche in Europa, Giappone e Gran Bretagna. Nel 2018, quindi, continueranno a essere favoriti gli investimenti più rischiosi, come azioni, immobiliare e obbligazioni corporate high yield, prestando particolare attenzione alla correlazione tra asset class per costruire allocazioni più solide. Questo, in sintesi, il messaggio emerso dall’incontro annuale organizzato da Invesco con la stampa a Milano. John Greenwood, chief economist, si è soffermato in particolare sul contesto macroeconomico: "Il quantitative tightening della Fed non è un vero inasprimento, quanto un ritorno alla normalità, tanto che la riduzione del bilancio sarà piuttosto limitata inizialmente, per accelerare solo in un secondo momento. I tassi di interesse, oltretutto, anche in passato sono stati alzati nel mezzo di un ciclo economico positivo, che non per questo si è arrestato ma anzi è durato ancora per anni. Mi aspetto che il ciclo degli Stati Uniti possa pertanto proseguire nella sua traiettoria positiva", ha affermato Greenwood. In Europa, invece, nonostante il miglioramento effettivo dell’economia, "i tassi rimarranno bassi ancora per molto tempo e la riduzione del bilancio della Bce è ancora di là da venire", osserva l’economista. Il grande interrogativo che aleggia sui mercati finanziari oggi riguarda l’inflazione. La visione di Greenwood, al proposito, è chiara: "L’inflazione è influenzata dall’offerta monetaria e dalla crescita del credito", non ci si può aspettare che aumenti per la diminuzione del tasso di occupazione o per gli stimoli fiscali. L’esperienza del passato ci dice infatti che "la curva di Phillips non funziona sempre e l’aumento del deficit fiscale dell’era Reagan non ha prodotto un aumento dell’inflazione. Anzi, al contrario, questa si era ridotta a causa delle operazioni di riduzione monetaria operate da Paul Volcker alla Fed". Il meccanismo per cui si genera inflazione parte dall’aumento della base monetaria che si trasmette sui prezzi degli asset, che a loro volta hanno un impatto sull’attività economica e che portano inflazione. Oggi però l’aumento della base monetaria è limitato dalla diminuzione dello shadow banking. Perché, allora, i prezzi degli asset sono cresciuti così tanto? Secondo Greenwood, ci sono due tipi di bolla finanziaria: "La prima è determinata da una forte crescita del credito accompagnata da una leva elevata. Questo è quanto successe con la bolla internet e con quella immobiliare. Il secondo tipo di bolla, che in realtà non è esattamente tale, è influenzato dal livello dei tassi: quando i tassi sono bassi, i prezzi degli asset aumentano. Viceversa, quando i tassi si alzano, i corsi degli asset diminuiscono. L’andamento dei prezzi degli asset è quindi legato al funzionamento del mercato dei capitali e non a fattori macroeconomici", spiega Greenwood. Per Luca Tobagi, investment strategist di Invesco, saranno quindi da favorire ancora una volta le azioni nel 2018: "Se si volesse entrare sui mercati sfruttando temporanei ribassi, si deve essere consapevoli che questi non devono essere elevati". Discese del 3% o del 5% potrebbero già rappresentare opportunità di acquisto, dato che le "dimensioni delle perdite sui mercati azionari per un aumento della volatilità sono abbastanza contenute in assenza di eventi particolarmente negativi", ha spiegato Tobagi, sulla base di evidenze statistiche. Più che guardare al rapporto P/e, è interessante oggi guardare al premio per il rischio azionario: "Questo si attesta al 2,70% negli Stati Uniti e al 6,08% in Europa. Nel primo caso si tratta di un valore sotto alla media storica, nel secondo di un valore superiore". In Europa quindi l’investimento azionario appare favorevole. Al contrario, le obbligazioni corporate hanno corso molto in termini assoluti, ma potrebbero beneficiare indirettamente del contesto economico e saranno particolarmente utili in portafoglio "per compensare le potenziali perdite sui governativi nel caso di aumento dei rendimenti", conclude Tobagi.