Nel 2018 si assisterà a una crescita generalizzata, con un Pil globale ancora in rialzo e sul livello massimo del 3,8%, grazie alla robusta espansione negli Stati Uniti e nell’Eurozona e ai progressi fatti nei diversi Paesi emergenti. Questa è la previsione per il prossimo anno degli esperti di AXA Investment Managers, presentata lo scorso 4 dicembre all’incontro con la stampa a Milano. "Il prossimo anno si assisterà a una crescita sincronizzata, che riguarderà i Paesi sviluppati e quelli emergenti. Prevediamo una crescita del 2,5% negli Stati Uniti e del 2,3% nell’Eurozona, stime più elevate rispetto a quelle del consensus, con gli indicatori sull’attività delle imprese che sono ai sono ai massimi dal 2007", ha affermato Alessandro Tentori, Chief Investment Officer di AXA IM. "Negli Usa continuerà il processo di normalizzazione della politica monetaria intrapreso dalla Fed. La crescita economica sarà sostenuta dalla riforma fiscale, dai consumi delle famiglie e dagli investimenti delle imprese. Ci aspettiamo anche una modesta accelerazione dei salari e dei prezzi nel corso del 2018", ha spiegato Tentori, "mentre nell’Eurozona continuerà la spinta monetaria, anche se in maniera ridotta. I consumi dovrebbero restare robusti grazie all’inflazione contenuta e al miglioramento del mercato del lavoro, essendo la disoccupazione ai minimi in 8 anni. L’inflazione core dovrebbe salire ma solo moderatamente, toccando l’1,3% su base annua entro fine 2018". Per quanto riguarda il Giappone, invece, secondo Tentori, la crescita il prossimo anno sarà modesta, così come l’inflazione, mentre è positivo l’outlook sui mercati emergenti, favoriti anche dall’espansione globale in corso, e sull’Italia, che ha visto anche un miglioramento del rating.Tra i possibili scenari che potrebbero preoccupare maggiormente, Tentori indica la politica monetaria americana: "Negli Usa il tasso di disoccupazione è al di sotto del tasso di disoccupazione naturale e questo significa che il mercato del lavoro procede più velocemente di quanto dovrebbe e potrebbe verificarsi in futuro un’impennata dei salari. Se questo dovesse accadere, la Fed sarebbe obbligata ad accelerare il rialzo dei tassi di interesse, con possibili rischi di un rallentamento economico e di instabilità finanziaria. Un’eventuale instabilità negli Usa, avrebbe risvolti negativi sul Vecchio continente". Ma quali saranno le asset class su cui orientarsi nei prossimi mesi? "In campo obbligazionario stiamo riducendo la duration e cerchiamo profitto orientandoci sulle obbligazioni high yield, corporate e sui mercati emergenti. Preferiamo l’equity europeo a quello americano, che riteniamo essere sopravvalutato. In particolare, nell’Eurozona siamo focalizzati sui titoli bancari, i più penalizzati durante gli ultimi anni, ma che beneficeranno della normalizzazione dei tassi", ha osservato Tentori. "I nostri portafogli - ha affermato Pietro Martorella, Amministratore Delegato di AXA IM Italia - sono posizionati in modo tale da estrarre valore da asset class più rischiose, e in campo obbligazionario, a fronte di una diminuzione del rischio di tasso, attraverso duration più contenute, abbiamo aumentato il rischio di credito, spostandoci su segmenti più rischiosi, come high yield o mercati emergenti. Consiglierei di tenersi lontano dalle gestioni passive, specialmente su determinate asset class come quella obbligazionaria. Una buona gestione attiva farà sicuramente la differenza nell’attuale contesto di mercato".